30 July 2008

Discorso - Note del Sen. Robert F. Kennedy alla Universita' del Kansas, 18 Marzo 1968

Grazie mille, Cancelliere, Governatore e Signora Docking, Senatore e Signora Pierson, signore e signori, ed amici miei.

Sono molto lieto di essere qui.
A dire il vero non sono venuto qui per fare un discorso, ma dato che passavo dalle parti di Kansas, (gli altri sostenitori) volevano mandarvi il loro affetto (tea). E cosi' hanno fatto (per davvero). Questo e' quello che dicono laggiù, di quanto vi amano. A dire la verità, voglio (comunque) chiarire che io non sono un ex studente di Villanova.

Sono davvero lieto ed e' toccante, cosi come succede per mia moglie, ricevere una (simile) calda accoglienza. Penso ai miei colleghi nel Senato degli Stati Uniti, penso ai miei amici qui, e penso al calore che esiste nel Senato degli Stati Uniti, non so perché stiate ridendo, (ma dovete sapere che) mi ammalai lo scorso anno, e ricevetti un messaggio da parte del Senato degli Stati Uniti che recitava: "Speriamo che tu ti rimetta in sesto", ed il voto fu quarantadue a quaranta.
(Inoltre) e presero un sondaggio delle riviste finanziare dei cinquecento più grandi uomini d'affari statunitensi, per chiedergli, quale tipo di leader politico ammirassero di più, chi volessero come Presidente degli Stati Uniti, ed io ricevetti un (solo) voto, e capisco che mi stiano cercando. Potrei prendere (con me) tutti i miei sostenitori per pranzo, ma sono, non so se vi piacerà quello che sto per dire oggi, ma voglio solo ricordare, che quando penserete a questo giorno, e quando ci sarà la domanda su chi sosterrete (alle elezioni), ricordatevi che e' stato un Kennedy che vi portato fuori dalla classe (n.d.t. nel senso che ha interrotto la lezione).
Sono molto lieto di essere qui con i miei colleghi, Sen. Pierson, che credo abbia davvero contributo tantissimo al lavoro del Senato degli Stati Uniti, che ha lottato per gli interessi del Kansas e che ha avuto una carriera distinta, e sono davvero orgoglioso di essere insieme a lui (all'interno del partito). E il Sen. Carlson, che non e' qui, che e' uno dei membri più rispettati del Senato degli Stati Uniti, rispettato non solo da parte dei Repubblicani, ma anche da parte dei Democratici, da tutti i suoi colleghi e sono lieto ed orgoglioso di essere nel Senato con il Sen. Carlson dello stato del Kansas.

E sono felice di essere qui con un vecchio amico, il governatore Docking. Non penso che ci sia stato nessun altro più dedito al Presidente Kennedy e che abbia generato un maggiore sforzo sotto le circostanze più avverse e con le situazioni più difficili di quanto abbia fatto suo padre, che fu il governatore dello Stato del Kansas, non c'è nessuno con il quale ho potuto lavorare più strettamente di quanto abbia fatto con lui. Non fummo capaci di raggiungere un successo del 100%, ma quello fu un rapporto che valorizzerò per sempre, e so (anche) quale alta reputazione il Presidente Kennedy avesse per ciò. E sono (oggi) davvero lieto di vederlo, e di aver visto oggi anche sua madre, la Signora. Docking. Riassumendo sono davvero felice di essere nel suo Stato.

Inoltre, sono felice di essere qui perché posso incontrare tutti voi.
In 1824, quando Thomas Hart Benton stava premendo al congresso lo sviluppo dell'Iowa e di altri territori occidentali, trovo' l'opposizione di Daniel Webster, il senatore del Massachusetts.

"Che cosa", gli chiese Webster, "che cosa vogliamo (farne) di questa area vasta e priva di valore? Questa regione (piena) di beste selvagge e feroci? Di deserti di dune e trombe d'aria? Di polvere, di cactus e di cani della prateria? Per quale (buon) fine potremmo mai sperare di utilizzare questi deserti? Non voterò mai (nemmeno) per un centesimo del denaro pubblico dello Stato, per piazzare il (confine) occidentale di un solo pollice più vicino a Boston, questo e' tutto".
E questo e' il motivo, per cui sono qui oggi, invece di mio fratello Edward.

Sono lieto di essere qui nella casa dell'uomo che pubblicamente scrisse "Se i nostri colleghi e le nostre università non educano gli uomini che si ribellano, che si contestano, che prendono in mano la vita con una vigore ed una visione tipica della gioventù, allora vuol dire che c'è qualcosa di sbagliato nei nostri collegi. Più ribelli escono dai nostri campus universitari, meglio sarà il mondo di domani". E nonostante tutte le accuse contro di me, quelle parole non le ho scritte io, ma furono scritte dal famoso sedizioso, William Allen White. E conosco quale grande affetto ha questa università per lui. Lui e' oggi un uomo onorato, qui in questo campus cosi' come nel resto della nazione. Ma quando visse e scrisse, fu insultato come un estremista e forse anche qualcosa di peggio. Lui diceva quello che pensava. Non nascondeva la sua preoccupazione dietro parole di facciata. Non deludette i suoi lettori e se stesso con false promesse e con illusioni. Questo spirito di onesto confronto e' ciò che gli Stati Uniti ha bisogno (ancor) oggi. (Tutto questo) e' mancato troppo spesso negli ultimi anni ed e' una delle ragioni per cui ho deciso di candidarmi alla carica di Presidente degli Stati Uniti.
Per noi che come popolo siamo forti abbastanza, che siamo coraggiosi abbastanza da esserci detta la verità sul nostro stato (di cose). Questo paese ha bisogno di onesta' e franchezza nella sua vita politica e (da parte) del Presidente degli Stati Uniti. Ma non voglio correre per la Presidenza, non voglio che quest'anno gli Stati Uniti d'America facciano la scelta di direzione e di leadership senza confrontarsi con la verità. Non voglio guadagnare il supporto dei voti nascondendo la condizione statunitense attraverso false speranze od illusioni.
Voglio che rincontriamo la promessa del futuro, che noi possiamo realizzare qui negli Stati Uniti, quello per cui questo paese esiste e quello che ci si aspetta da noi negli anni avvenire.
E voglio anche che noi siamo a conoscenza ed esaminiamo dove stiamo sbagliando. E voglio (anche) che tutti noi, giovani ed anziani, abbiamo una possibilità di costruire un paese migliore e di cambiare la direzione degli Stati Uniti d'America.

Questo mattino ho parlato della guerra del Vietnam, e ci tornerò brevemente in pochi minuti. Ma c'è molto di più in queste critiche elezioni che la guerra in Vietnam. E', alla base di tutto, l'anima della nazione degli Stati Uniti. Il Presidente la chiama insoddisfazione. I nostri dirigenti di Governo, come John Gardiner ed altri ci dicono che l'America e' profondamente malata nell'anima: iniziative scoraggianti, volontà ed azioni paralizzanti, che dividono gli statunitensi fra di loro, a seconda della loro eta', delle loro idee e del colore della loro pelle, e non penso che noi dobbiamo accettarlo qui negli Stati Uniti d'America.

I dimostranti zittiscono i funzionari di governo ed il governo risponde schedando i dimostranti. Gli anarchici minacciano di mettere a fuoco il paese e qualcuno ha cominciato a provarci (per davvero), mentre i carri armati hanno (cominciato) a pattugliare le strade e le pistole hanno (cominciato) a sparare ai bambini statunitensi. Non credo (proprio) che questo sia una soddisfacente situazione per gli Stati Uniti d'America. I nostri giovani, i più educati ed agiati di tutta la nostra storia, che passano dalla partecipazione ai Corpi di Pace e al pubblico impegno di qualche anno fa, alle vite di (totale) disimpegno e disperazione, molti di loro si mostrano più interessati all'uso di droghe e non si attivano più per gli Stati Uniti, nessuno di loro (e') qui, naturalmente, a Kansas City, vero?

Tutto intorno a noi, non solamente sulla questione del Vietnam, non solamente sulla questione delle città, non solamente sulla questione della povertà, non solamente sui problemi delle relazioni razziali, ma tutto intorno a noi, ed (e') il motivo per cui voi siete cosi' preoccupati e cosi' disturbati, il fatto e' che gli uomini hanno perso la fiducia in se stessi, negli altri, e' la fiducia che ci ha sostenuto cosi' tanto nel passato, piuttosto che rispondere alle urla di miseria e di disperazione, urla che il Presidente della commissione sui disordini civili ci dice che potrebbero (un giorno) spingere la nostra nazione ad essere fatta a pezzi, piuttosto che rispondere a queste urla disperate, centinaia di comunità e milioni di cittadini stanno cercando le loro proprie risposte, rivolgendosi alla forza ed alla repressione e all'acquisto di pistole private, cosi' che il confronto fra i nostri concittadini attraversa ancora (una volta) impossibili barriere di ostilità e di sfiducia (reciproca). Non credo che dobbiamo accettare questo. Non credo che questo sia necessario negli Stati Uniti. Credo che possiamo lavorare insieme, non credo che dobbiamo ucciderci a vicenda, picchiarci a vicenda, inveirci a vicenda e criticarci a vicenda. Io penso che potremmo fare meglio in questo paese. E questo e' il motivo per cui mi sono candidato a Presidente degli Stati Uniti. E se noi sembriamo impotenti nel fermare questa crescente divisione fra gli statunitensi. che almeno mette in relazione qualcuno con qualcun altro, ci sono (alcuni) milioni (di persone) e più che vivono in posti nascosti, i cui nomi e facce sono completamente sconosciute, ma io ho visto questi altri statunitensi, io ho visto i bambini affamati del Mississipi, i loro corpi deformati dalla fame e le loro menti distrutte per tutto il resto della loro vita e che non avranno (alcun) futuro. Ho visto bambini nel Mississipi, qui negli Stati Uniti, un paese con un prodotto interno lordo di 800 miliardi di dollari, ho visto bambini nel delta dell'area del Mississipi con lo stomaco gonfio (per la fame), le cui facce sono coperte di herpes facciali dovute alla fame, non abbiamo sviluppato una politica da permettere di produrre abbastanza cibo cosi' che possano vivere, cosi' che le loro vite non siano distrutte, non credo che questo possa essere accettabile negli Stati Uniti d'America, e penso che abbiamo bisogno di un (forte) cambiamento.

Ho visto Indiani vivere nelle loro spoglie e in riserve inadeguate , senza lavoro, con un tasso di disoccupazione dell'80%, e con una speranza davvero piccolo di un futuro, la speranza per un futuro (migliore) e' cosi' piccola per queste giovani persone, ragazzi e ragazze adolescenti, che la maggiore causa di morte fra di loro e' il suicidio.
Che loro (decidano) di farla finita con le proprie vite uccidendosi da soli, non credo che noi dobbiamo accettarlo, per il primo (cittadino) statunitense cosi' come per questa minoranza qui negli Stati Uniti. Se ragazzi e ragazze giovani sono cosi' pieni di disperazione quando vanno al Liceo e sentono che le proprie vite sono senza speranza e che nessuno si prenderà cura di loro, che nessuno si preoccuperera' di loro, e che nessuno si prenderà il fastidio per loro (di aiutarli), che decidano sia di impiccarsi, sia di spararsi od di uccidersi suicidandosi, non credo sia un fatto accettabile per gli Stati Uniti d'America. Non credo sia accettabile e non credo che gli Stati Uniti d'America, gli statunitensi, penso che possiamo fare molto, molto di più.
Ed io mi candido alla presidenza per via di questo, corro per la Presidenza perché ho visto uomini orgogliosi nelle colline di Appalachia, che desiderano solo di poter lavorare con dignità, ma non possono, perché la miniere sono chiuse ed i loro posti di lavoro sono stati persi e nessuno, ne' l'industria, ne' i sindacati, ne' il governo si e' preso cura di loro abbastanza da aiutarli.
Credo che noi in questo paese, con lo spirito altruista che esiste negli Stati Uniti d'America, credo che possiamo fare meglio.
Ho visto le persone del ghetto nero, ascoltare anche maggiori promesse di equità e di giustizia, sedendo nelle loro decadenti scuole e ammassati nelle stesse cinquanta stanze, senza riscaldamento, cercando di allontanare (nello stesso momento) il freddo ed i topi.
Se noi crediamo che, come statunitensi, siamo legati da una comune preoccupazione per gli altri, che un'urgente priorità nazionale sia sopra di noi. Noi dobbiamo cominciare a terminare la disgrazia di quest'altra parte degli Stati Uniti d'America.
E questo e' uno dei compiti più grandi della leadership per tutti noi, come persone individuali e come cittadini, per quest'anno. Ma anche se riuscissimo a cancellare la povertà materiale, ci sarebbe comunque un altro grande obbiettivo, (che) e' l'affrontare la povertà della soddisfazione, desiderio e dignità, che affligge tutti noi.

Troppo e per troppo tempo, e' sembrato che l'eccellenza personale e i valori del vivere comune ci abbiamo abbandonato portandoci ad una mera accumulazione di cose materiali.
Il nostro prodotto interno lordo, ora, e' di piu' di 800 miliardi di dollari all'anno, ma il PIL, se giudicassimo gli Stati Uniti d'America da questo, quel PIL calcola anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per pulire le nostre autostrade dalla carneficina. Considera le speciali serrature per le nostre porte e le prigioni per le persone che le scassinano. Considera la distruzione delle (foreste) di sequoie e la perdita delle nostre meraviglie naturali in caotici agglomerati urbani. Tiene in conto del napalm e delle armi nucleari a testata multipla e delle macchine blindate della polizia (usate) per combattere le ribellioni nelle nostre città. Considera il fucile Whitman ed il coltello Speck, e dei programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli (ndt. legati alla violenza) ai nostri figli. Al tempo stesso il PIL non considera la salute dei nostri bambini, la qualità della propria educazione o la gioia del loro gioco. Non include la bellezza della nostra poesia o la forza dei nostri matrimoni, l'intelligenza dei nostri dibattiti pubblici o l'integrità (morale) dei nostri funzionari pubblici.
Non misura ne' il nostro spirito ne' il nostro coraggio, né la nostra saggezza né il nostro apprendimento, né la nostra pietà né la nostra devozione al nostro paese, misura tutto in breve, salvo ciò' che da' senso alla vita di essere vissuta. E può dirci tutto sugli Stati Uniti tranne il motivo per cui siamo fieri di essere statunitensi.
Se questo e' vero qui da noi, e' vero anche in ogni altra parte del mondo. Fin dall'inizio il nostro orgoglio maggiore e' stata la promessa di Jefferson, che noi, qui in questa terra, saremmo stati la miglior speranza dell'umanità. E ora, che guardiamo alla guerra in Vietnam, ci chiediamo se noi conserviamo ancora un decente rispetto per le opinioni dell'umanità ed (anche) se quelle stesse opinioni mantengono un decente rispetto per noi, o come l'Atene dell'antichità, perderemo la compassione ed il supporto, ed infine la nostra sicurezza sarà' in pericolo, nel semplice (disperato) inseguimento dei nostri obbiettivi e dei nostri traguardi. Non voglio, e credo (fermamente) che la maggior parte degli statunitensi non lo voglia, (s)vendere gli interessi degli Stati Uniti ritirando semplicemente, alzando (semplicemente) la bandiera bianca di resa in Vietnam, ciò' sarebbe inaccettabile per noi come persone, e (sarebbe) inaccettabile per noi come nazione. Ma sono preoccupato a proposito del corso delle azioni che stiamo al momento seguendo nel Sud del Vietnam, sono preoccupato, davvero preoccupato del fatto che questa guerra sia oramai diventata la guerra degli Stati Uniti. Era stato detto, qualche anno fa fu detto che questa era la "loro guerra", che questa era la guerra dei Vietnamiti, fu detto che "potevamo aiutarli, ma che non potevamo vincere per loro", (purtroppo) nel periodo degli ultimi tre anni abbiamo reso la guerra nel Sud del Vietnam la nostra guerra, e penso che questo sia inaccettabile.
Non accetto l'idea che questa sia solo un'azione militare, che sia solo uno sforzo militare, ed ogni volta che abbiamo avuto difficoltà nel Sud del Vietnam e nel sud-est asiatico abbiamo avuto solo (un tipo) di risposta, abbiamo avuto solo una maniera di trattare con quel (problema), mese dopo mese, anno dopo anno, abbiamo trattato con quel problema in un solo modo ovvero mandando sempre più' soldati ed aumentando la nostra forza militare, e non credo che questa sia il tipo di lotta che si sta svolgendo nel sud dell'Asia.
Penso che questa sia una questione delle persone del Sud del Vietnam di sentire che valga la pena dei loro sforzi, che stanno per fare un (grosso) sacrificio, che sentono che valga la pena lottare per il proprio paese ed il proprio governo e che penso che lo sviluppo degli ultimi anni abbia mostrato che le persone del Sud del Vietnam non sentono nessuna associazione od affiliazione per il governo di Saigon e non credo che dipenda da noi qui negli Stati Uniti, non credo proprio che dipenda da noi, dire che stiamo andando a distruggere l'intero Sud del Vietnam perché abbiamo un impegno li'.
Il comando delle forze statunitensi a Ben Tre dice che dobbiamo distruggere quella città al fine di salvarla. In questo modo 38000 persone saranno spazzate via o (nel migliore dei casi) rese profughi. Qui negli Stati Uniti d'America, non solo il governo statunitense, non solo il comando e le forze del Sud del Vietnam, il governo degli Stati Uniti ed ognuno che si trova in questa stanza, siamo stati parte di quella decisione e non penso che dobbiamo continuare in questo modo. Credo che dovremmo cambiare la nostra politica.
Non voglio essere parte di un governo, non voglio essere parte degli Stati Uniti, non voglio appartenere al popolo statunitense, e dover realizzare poi che (gli altri) scrivono di noi, cosi' come scrissero di Roma, "fecero un deserto e lo chiamarono pace".
Penso che dovremmo andare al tavolo di negoziazione, e penso che dovremmo prendere i passi per andarci.
E devo dire che il periodo degli ultimi due anni e' finito, credo che abbiamo una possibilità di intraprendere negoziati. e la possibilità di una negoziazione sensata, ma l'ultimo Febbraio di un anno fa, quando (ci fu) la più grande opportunità esistita per le negoziazioni, l'amministrazione degli Stati Uniti insieme con il suo Presidente sentivano che la vittoria militare era dietro l'angolo e cosi' mandammo un messaggio a Ho Chi Minh, l'8 Febbraio 1967 chiedendo per la loro resa incondizionata. Non otterremo più la resa incondizionata dei Vietnamiti del Nord e dei Viet Cong più di quanto loro non otterranno la resa incondizionata degli Stati Uniti d'America. Dovremo negoziare, dovremo scendere a compromessi, saremmo obbligati a negoziare, con il fronte di liberazione nazionale. Ma la gente può argomentare, "Non e' bello che dobbiamo negoziare con il fronte nazionale di liberazione", ma (questo) e' un (dato di) fatto di questa situazione.
Abbiamo tre (possibili) scelte,
Prima, possiamo sia ritirarci unilateralmente dal Vietnam del Sud ed alzare bandiera bianca. Penso che questo sia inaccettabile.
Seconda, possiamo continuare ad aggravare (la situazione), possiamo mandare piu' uomini, fino a che ne avremo milioni e milioni impegnati li' e possiamo continuare a bombardare il Vietnam del Nord, e a mio avviso non saremmo più vicini al successo, non saremo piu' vicini alla vittoria di quanto non lo siamo adesso nel Febbraio del 1968.
Terza, ed ultima possibilità, e' il tavolo della negoziazione. Possiamo andare al tavolo dove forse non potremo raggiungere tutto quello che desideriamo. Una delle cose che dovremmo accettare come popolo statunitense, e che (anche) il governo deve accettare, e' che il fronte nazionale di liberazione giocherà un ruolo (importante) nel futuro processo politico del Vietnam del Sud.
E negozieremo con loro. Che giocheranno un ruolo nel futuro politico di questo paese (il Sud del Vietnam), che ci saranno elezioni e che le persone del Sud del Vietnam, potremmo alla fine determinare e decidere il loro futuro.
C'è un serie di azioni che mi piacerebbe vedere. Mi piacerebbe vedere che il governo degli Stati Uniti renda chiaro al governo di Saigon, che noi non tollereremo corruzione e disonesta'. Penso che dovremmo chiarire a Saigon che se siamo pronti ad inviare in missione ragazzi statunitensi di 19 anni, per mandarli a combattere e morire nel Khe Sanh, vogliamo anche che il governo del Sud del Vietnam invii i propri diciannovenni.
E voglio chiarire che se il governo di Saigon crede che Khe Sanh o Que Son e l'area nella zona demilitarizzata e' cosi' importante, se Khe San e' cosi' importante per loro, allora voglio vedere i marine statunitensi fuori di li' e ci voglio vedere le truppe sud vietnamiti.
Voglio avere una spiegazione sul perché i ragazzi statunitensi vengono uccisi. Due settimane fa, nel Sud del Vietnam, sono stati (le vittime fra i soldati statunitensi) tre volte tanto (i morti) rispetto ai soldati del Sud del Vietnam. Voglio capire le disgrazie e le morti, a riguardo dell'ultimo periodo di due settimane, all'apice dei combattimenti, (voglio capire) perché le perdite fra gli statunitensi devono essere cosi' alte, paragonate con quelle vietnamite. Questa e' la loro guerra, penso che dobbiamo (si) fare uno sforzo per aiutarli, dobbiamo fare (si) uno sforzo per combattere, ma non credo che dovremmo portare (su di noi) l'intero carico di tutta la guerra, penso che il Sud del Vietnam dovrebbe farlo.
E se sarò eletto Presidente degli Stati Uniti, con il vostro aiuto, queste sono i tipi di politiche che attuerò.
Possiamo fare di meglio qui negli Stati Uniti, possiamo davvero fare di meglio. Possiamo fare di meglio nelle relazioni con gli altri paesi attorno il globo.
Il Presidente Kennedy, quando fece la campagna elettorale nel 1960, parlo' a proposito della perdita di ammirazione che gli Stati Uniti avevano sofferto in tutto il resto del mondo, ma guardate in quali condizioni (il nostro prestigio) si ritrova adesso. Il Presidente degli Stati Uniti partecipa ad una riunione dell'OAS a Montevideo, (crediate) che possa entrare nella città di Montevideo? O che possa viaggiare attraverso le diverse città dell'America Latina dove vi era un cosi' profondo amore ed un cosi' grande rispetto? (Il Presidente degli Stati Uniti) e' costretto a rimanere in una base militare a Montevideo, con la marina statunitense ancorata al largo ed elicotteri che sorvolano in alto nel cielo per assicurargli (l'adeguata) protezione. Non penso che questo sia accettabile. Penso che dovremmo avere condizioni qui negli Stati Uniti, ed abbastanza supporto per le nostre politiche, cosicché il Presidente degli Stati Uniti possa viaggiare liberamente e attraversare senza problemi il centro di tutte le città di questo paese, e non solo le basi militari. Penso che all'interno degli Stati Uniti ci sia molto che possiamo fare, e penso anche che ci sia molto più da fare in Vietnam. Non penso che dobbiamo accettare la situazione cosi' come l'abbiamo ricevuta. Penso che possiamo fare di meglio, e credo che i cittadini statunitensi credano che noi possiamo fare di meglio.
George Bernard Shaw scrisse una volta: "Alcune persone vedono le cose cosi' come sono e si chiedono il perché, io invece sogno cose che non ho mai visto, e mi chiedo perché no?".
Per questo motivo sono venuto qui a Kansas City per (chiedere) il vostro aiuto. Nei prossimi cinque difficili mesi, prima della Convention di Chicago, vi chiedo il vostro aiuto e la vostra assistenza. Se voi credete che gli Stati Uniti possano fare meglio. Se voi credete che e' ora di cambiare la nostra maniera di agire. Se voi credete che gli Stati Uniti significano qualcosa qui in patria cosi' come da ogni altra parte del mondo, chiedo il vostro aiuto e la vostra assistenza, e la vostra mano per i prossimi cinque mesi.
E quando noi vinceremo in Novembre, cominceremo (insieme) una nuovo periodo per gli Stati Uniti d'America. Io voglio che la prossima generazione di statunitensi guardando indietro a quello che avremo fatto in questo periodo, dica, cosi' come disse Platone, "La gioia era quella di vivere quei giorni". Grazie mille.

Il giorno della dichiarazione di Sen. Robert Kennedy

Cari Lettori,

ecco qui la traduzione di un secondo discorso del Sen. Robert Kennedy.
La traduzione del testo la potete trovare qui. La versione originale in lingua inglese la trovate invece qui. Il file audio originale, sempre in lingua inglese, lo trovate invece qui.

Il Sen. Robert Kennedy parlo' il 6 Giugno 1966 all'università' di Capetown, in Sud Africa. Egli fu invitato dal Sig. Ian Robertson (link in inglese) per conto dell'unione nazionale degli studenti sudafricani per esporre una lezione circa le problematiche dei diritti umani.

Cosi' come per il precedente discorso, limiterò' i miei commenti, dato che Sen. Robert Kennedy e' molto più' chiaro e coinciso di me.
Ad ogni modo, la cosa che più' preme e' comunque riportare le mie sensazioni a riguardo di questo straordinario discorso dopo che vi ho lavorato per alcune ore, al fine di tradurlo nella mia lingua madre.

La mia prima impressione e' che questo mondo sarebbe stato straordinariamente meglio se il Sen. Robert Kennedy non fosse stato brutalmente ucciso il 5 Giugno 1968.

Io credo fermamente che Sen. Robert Kennedy sia stato ucciso dallo stesso tipo di persone che ancor oggi stanno governando la Casa Bianca.
Inoltre, io credo che insieme con suo fratello il Presidente John Kennedy, e con il premio Nobel Dr. Martin Luther King, avrebbero potuto fornire un eccezionale contributo a riguardo della riduzione delle povertà' e della cancellazione delle politiche di sfruttamento colonialiste a discapito dei cosi' detti paesi in via di sviluppo.

Le forze brutali che hanno deciso l'assassinio di Robert Kennedy erano consapevoli, che la sua morte sarebbe stato il segnale finale e definitivo per cancellare tutte le possibilità per i poveri e le popolazioni bisognose di tutto il mondo di vivere una vita decente.
Sappiamo che il Sen. Kennedy era contrario alla guerra in Vietnam, ma (forse) anche piu' importante stava sopportando associazioni di tutto il mondo al fine di assicurare la difesa dei diritti umani per i neri, per le popolazioni native del Nord America, cosi' come per tutte le popolazioni private dei loro diritti di base in tutto il mondo.
Le ragione che portarono alla decisione di organizzare un complotto per assassinare il Sen. Kennedy furono diverse, e ho appena menzionato quelle che credo siano le più importanti.
La difesa dei diritti umani e l'opposizione alla guerra in Vietnam avrebbero potuto generare significati problemi per il sistema corporativistico che sta ancora governando gli USA, e conseguentemente il mondo.
La campagna per assicurare diritti umani, adeguata educazione, assistenza sanitaria ed un'effettiva indipendenza (dai paesi colonialisti) per e popolazioni martoriate del Sud America, dell'Africa e Sud Asia, che il Sen. Kennedy inizio', avrebbe condotto alla fine della colonizzazione di quelle aree geografiche. E alla fine dei profitti (illegali) che le multinazionali USA cosi' come quelle europee furono capaci di ottenere negli ultimi decenni.

Se finalmente, le popolazioni del Chapas in Messico, cosi' come quelle del Sud Africa, o le popolazioni indonesiane, avessero avuto finalmente la possibilità di alzare le loro mani e dichiarare la fine dello sfruttamento delle loro risorse naturali, questi paesi avrebbero avuto la possibilita' di diventare indipendenti e finalmente di costruire le proprie aziende, essendo cosi' capaci di competere su una scala mondiale.

Dall'altro lato, la guerra in Vietnam rappresentava un affare da centinaia di miliardi di dollari e la sua interruzione avrebbe significato la distruzione e la cancellazione dei profitti della lobby delle armi, che e' frequentemente una delle principali finanziatrici delle campagne elettorali dei presidenti statunitensi.

Per concludere, il Sen. Robert Kennedy voleva realizzare, come lui stessi ha affermato durante il discorso, la cosa giusta. Ma la cosa giusta, in un mondo di globale ingiustizia, non puo' essere realizzata senza la sofferenza della perdita di molte vite umane.

Sfortunatamente, abbiamo perso il Sen. Kennedy, portato via da noi da forze diaboliche. Questo pero' non ci proibisce di realizzare il suo sogno, che e' il sogno di tutti noi.

Percio', prego con forza, chi ha avuto la voglia ed il tempo di leggere questo discorso straordinario, di contribuire a realizzare ciò che Sen. Kennedy pianificava di realizzare prima di essere barbaramente ucciso più di 40 anni fa.
Se noi, se tutti noi, ci uniamo in movimento mondiale, sono sicuro che ce la possiamo fare!!!
Loro possono fermare qualcuno di noi, possono anche fermare molti di noi, ma non possono fermare un movimento globale che ha come obbiettivo ultimo il cambiamento e la speranza!
Per favore, considerate di attivarvi, e come chiaramente il Sen. Kennedy ci ha detto, cercate di evitare i quattro pericoli, ovvero la futilità, l'opportunismo, la timidezza (paura), e l'agiatezza.

Grazie!
Antonio

27 July 2008

Speech - Day of Affirmation by Sen. Robert Kennedy

Dear Readers,

this is another speech given by Sen. Robert Kennedy. I translated it into Italian and you can find here. You can find the original English version here. If you want to listen to the speech , please click here.

Sen. Robert Kennedy gave this speech at the University of Capetown, South Africa in June 6, 1966. He was invited by Mr. Ian Robertson on behalf of the National Union of South African Students to lecture about problematics concerning human rights.

As well as I did for the previous speeches I posted, I will not comment it too much.
What is important for me is just to express my feelings after I worked on it for some hours during the translation into my mother language.

My first impression is that this world could have been extraordinary better if Sen. Kennedy had not been brutally assassinated on the 5th of June in 1968.

I firmly believe that Sen. Robert Kennedy has been assassinated by the same group of persons that are still ruling the government inside the White House.
Furthermore, I believe that together with his brother President John Kennedy and the peace Nobel Price graduate Dr. Martin Luther King, they could have had provided indelible contributions to the alleviation of poverty and to cancellation of colonist politics of exploitation of the so-called developing countries.

The brutal forces who decided the plot to assassinate Robert Kennedy undoubtedly knew that its assassination would have been the final and definite signal to cancel out all the chances for poor and destitute populations all over the world to live a decent life.
We know that Sen. Kennedy was against the war in Vietnam, but even more important he was supporting associations around the globe to assure the defence of human rights for the black people in USA, for the native populations of North America, as well as for all the populations deprived of their basic rights around the world.
The reasons that brought to the decision to organize the plot to kill Sen. Robert Kennedy were several, and I just mentioned the ones I believe to be the most important.

The defence of human rights and the opposition to the Vietnam War could have had generate significant troubles to the Corporatocracy system that is still governing USA, and consequently the entire world.

The campaign, to assure human rights, adequate education, health assistance, and an effective independence (from the colonialist countries)
for the martyred and exploited populations of South America, Africa and South East Asia, that Sen. Kennedy initiated, would have lead to the end of the colonization of those geographical regions. And at the end of the (illegal) profits that US as well as European corporations were able to write down along the last decades.
If, finally
, the people of Chapas in Mexico, as well as the people in South Africa, or the population oppressed by the Suharto dictatorship in Indonesia, would have had finally the right to rise their hands and declare stop to the exploitation of their natural resources, these countries could have had the possibility to become independent and finally to run their own factories, being capable to compete on a world wide scale.
On the other hand
, the war in Vietnam was a business of hundreds of billion of dollars and its interruption would have meant to destruction and the cancellation of the profits of the weapon lobby which is frequently one of the most important backer of the electoral campaign of the US presidents.

To conclude, Sen. Robert Kennedy wanted to realize, as he stated in the speech, the right thing. But the right thing in a world of global injustice cannot be realized without suffering the lost of many human lives.

Unfortunately, we lost Sen. Kennedy, brought away from us by devilish forces. But his lost does not forbid us to realize his dream, which is the dream of all of us.

Therefore, I strongly prod you, who had the willing and the time to read this extraordinary speech, to contribute to realize what Sen. Kennedy planned before being barbarously killed more than 40 years ago.
If we, all of us, join together in a world wide movement, I am sure that we can make it!!!
They can stop someone of us, they can even stop many of us. But they cannot stop a global movement of change and hope of us!
Please, consider to take this action and as Sen. Kennedy told us, try to avoid the four dangers (i.e. futility, expediency, timidity, and comfort).

thanks for reading!
your sincerely,
Antonio
I

26 July 2008

What is Corporatocracy ?

Dear Readers,

Corporatocracy is a neologism that describes a government dominated by corporate influence.
Have you ever though that this could be the only common government all the human beings on the earth?

I do not know exactly who introduced the term Corporatocracy. I know for sure that inside the book "Confession of an economic hit man" written by John Perkins, this form of government is defined and frequently cited.
The definition of Corporatocracy according to Mr. Perkins is of a world government consisting of the big corporations, banks and US government.

Mr. Perkins stated to have been working for a company, named MAIN, which was part of the Corporatocracy system.
The Corporatocracy operates by corrupting (by means of the economic hit men) democratically elected governments of developing countries around the globe, convincing them to acquire unneeded infrastructures for their countries.
In case the government is not corruptible. In other words, in case the current economic hit man fails, the jackals (e.g. CIA agents) take over the role of economic hit man by moving further and likely killing the members of government that did not accepted to be corrupted.

Mr. Perkins reports in his book as examples the cases of Omar Torrijos (President of Panama) and Jaime Roldos (President of Ecuador).
In case at the very end the CIA also fails, the US army and its historical allies will move in, as it happened for example in Nicaragua (where the US government has been considered guilty by the UN court of justice with the accusation of terrorism) and in Iraq (where they swept away their puppet government of Saddam Hussein in 2003).

The main (economical) goal of the Corporatocracy is to subdue by plunging into debt third world countries, in order to indefinitely own the full control of their political, economical and social life. The Corporatocracy operates at three different stages:
  1. The first stage is to corrupt the government of a developing country in order to convince them to build (by US corporation) engineering infrastructures, like new usefulness harbours, not needed new airports, huge power plant and so on.
  2. At the second step, once the country plunged into debt, the Corporatocracy will squeeze the subdued country until the pips squeak. During this phase the oil/mineral companies and the banks will realize their illegal profits. The oil/mineral companies will exploit the natural resources in case the subdued country has got them (famous examples are Colombia, Chile of Pinochet, and Venezuela before Chavez), while the banks enter the game in case the country has no natural resources and they will have their own profit as consequence of the huge mortgage needed by the third world country to pay the usefulness new infrastructures.
  3. At the very last step there is the US government, which is firstly financially supported by the corporations and secondly can count now on the backing of the now corrupted third world countries in order to fulfil his own foreign political agenda (e.g. having their support during UN votes, support in military operation).
To conclude, the Corporatocracy regime has the same features of a standard empire, with the only peculiar characteristic that it has been established by financial institutions rather than army. The Corporatocracy is a common concept in all the western countries, but only in the case of the US government rose at the role of a world wide empire.

Thanks for reading,
best regards,
Antonio

20 July 2008

Stop the prejudices!!!

Dear Readers,

this post is just about an answer I wrote on other blog, and since I found that comment quite offending for me I decided to report it here.

You will notice the crudeness of my words...please, try to understand my feelings...I was deeply offended about my country because of some infantile prejudices.
I am really sick to read such stupid comments about a nation...

Concerning the Italian status, everybody who is adult knows that the current political situation of the Italian society is not performing at the best, but this does not obscure our glorious past.
Moreover, since the reasons behind are so complicate and diverse, nobody is allowed to use prejudices in order to explain something that he does not know in deep.

I wish you all the best,
and thanks for reading!
Antonio

This was the blog:

http://blog.foolsmountain.com/2008/06/27/is-fiat-too-clever/

Here comes my answer:

Hallo,

I found this comment of yours in another blog.
I have to say that I feel outraged to see that still exists people like you with such puerile prejudices.
I don't know where you are from, but nevertheless I have to tell you that are there only few countries on this earth with a strong and important past as Italy had, and is not only about the Roman empire.
The whole peninsula had a great and glorious history.
The last decades cannot obscure it, and you are not allow to offend a nation, it does not matter which is. Moreover you statements are so poor...

You talk about football...is it something so important? By the way Italy won four times
the world cup without cheating any one (actually Italy has suffered it)...Did your country did the same? And what about technology? Did your country ever express something at the same level of Ferrari? Let me it know, because I am curious.
You talk about army...is it the most important thing of a nation?
I thought that scientists, musicians, artists, mathematicians, etc. etc were much more important...
By the way the history of Italy is full of brave and amazing generals...I don't know if you have ever heard of Eugenio di Savoia...search in Internet and try to understand why he deserved to get the Belvedere in Vienna as a gift...it may be that you learn something new...
But how can you talk like that? The western society has been shaped and it is based on the Roman Empire??? I remind you that Rome is in Italy.
OK, let's forget the Romans, and what about Macchiavelli, and Giotto, and Michelangelo and Giordano Bruno, and Marconi, and Fermi? I hope you have already heard about them. And what about your language (only in case you are English)? English contains 60-65% of Latin words (according to Oxford and Cambridge dictionaries)...have you ever noticed it?

Than you reached the top of the offences with the last point about mafia...
I really hope you are not English or an US guy...because Italian mafia cannot organize wars and kill hundreds of thousands of persons around the world as the English or the US governments did in the last 3-4 centuries...
If you take any book (take Britannica encyclopedia for example) and look for the word Mafia, you will notice that Mafia is characterized by some common aspects.
Thus try to think how the western governments behave (the US and the English in particular)...and you will end up that they have a lot of things in common with mafia...
I give you an example: in the mafia organization if someone decides to become a repentant criminal, what does it happen to him? He is immediately killed.
Well, there were about 65 witnesses for trial concerning the assasination of John Kennedy set by Judge Jim Garrison...45 have been killed before they could testify (see L. Fletcher Prouty JFK: The CIA, Vietnam and the plot to Assassinate John F. Kennedy)...do you notice any similarity? I hope you know that JFK was killed by a plot and one of the reason was to go further with the Vietnam war since the US weapon corporation wanted/need this...you can easily search who is financing whom during the US elections...and you will see that such corporations did not almost finance JFK and they definitely did not finance his brother Robert (who was also brutally assassinated)...

I hope that this explanation give you the opportunity to open your eyes...and clean your mind by infantile prejudices..

your sincerely

19 July 2008

Discorso - Il giorno della dichiarazione di Sen. Robert Kennedy

Gentile Rettore, Gentile Vice Rettore, Professor Robertson, Signor Diamond, Signor Daniel, Signore e Signori:

Sono venuto qui, questa sera, spinto dal profondo interesse e affetto per un paese colonizzato prima dagli Olandesi nella meta' del settecento, poi occupato dagli Inglesi, ed alla fine indipendente; un paese dove gli abitanti nativi furono inizialmente repressi, e dove con gli stessi le relazioni rimangono ancora un problema; un paese che definisce se stesso come una frontiera ostile; un paese che ha reso utilizzabili ricche risorse naturali attraverso l'applicazione di moderne tecnologie; un paese che era importatore di schiavi, e che ora deve lottare per cancellare le ultime tracce del (suo) periodo schiavista. Mi riferisco, naturalmente agli Stati Uniti d'America.

Ma sono lieto di venire qui, (io), mia moglie e tutta la nostra cerchia famigliare siamo lieti di venire qui in Sud Africa, e siamo lieti di essere venuti qui a Citta' del Capo.
Ho potuto già sfruttare e gioire la mia visita qui. Mi sto sforzando di incontrare e scambiare vedute con persone di ogni tipo, a tutti i livelli della cultura sudafricana, inclusi quelli rappresentati da membri del governo.
Oggi sono lieto di poter incontrare l'unione degli studenti sudafricani. Per un decennio questa associazione studentesca si e' mossa e ha lavorato per i principi della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, principi che personificano le speranze collettive degli uomini di buona volontà di tutto il globo.

Il vostro lavoro, nel vostro paese cosi' come nelle organizzazioni studentesche internazionali, ha portato grande credito a voi stessi ed al vostro paese. So che l'associazione nazionale degli studenti in USA sente come particolarmente vicina la relazione con la vostra associazione.
E vorrei ringraziare per primo il signor Ian Robertson, che per primo ha posto questo invito per conto della vostra associazione, vorrei anche ringraziare lui per la sua gentilezza nell'invitarmi qui. Sono molto dispiaciuto per il fatto che lui non possa essere qui questa sera. Sono stato molto felice di avere la possibilità di incontrarlo e parlarci qualche ora fa, e gli ho regalato una copia di "Biografia del Coraggio" (in inglese Profile of Courage in inglese), un libro scritto dal Presidente John Kennedy, con prefazione della sua vedova, la signora Kennedy.

Questo e' il giorno della dichiarazione, un celebrazione della libertà. Noi siamo qui in nome della libertà. Alla base di quella che e' definita come libertà e la democrazia occidentale c'è la convinzione che ogni individuo, ogni singolo figlio di Dio, sia la pietra di paragone, e tutta la società, tutti i gruppi, tutte le nazioni, esistono a vantaggio della persona (e non a scapito). Di conseguenza l'allargamento delle libertà degli essere umani deve essere l'obiettivo supremo e la pratica duratura di ogni società occidentale.

Il primo elemento della libertà individuale e' la libertà di espressione, la libertà di esprimere e comunicare idee, per distinguere se stessi dalla sordità delle bestie e della foresta; il diritto di richiamare i governi ai loro diritti e doveri; sopratutto il diritto di affermare la propria adesione e lealtà ad un parte politica, alla società, alle persone con le quali condividiamo la nostra terra, la nostra eredita ed il futuro dei nostri bambini.

Alla pari della libertà d'espressione c'è la potenza di essere ascoltati, al fine di condividere le decisioni del governo che modella le nostre vite. Tutto ciò che renda la vita delle persone meritevole d'essere vissuta, (la propria) famiglia, il lavoro, l'educazione, un posto per allevare un bambino ed un posto per far riposare una persona, tutto questo dipende dalle decisioni del governo; tutto può essere spazzato via da un governo che non presta attenzione alle domande del proprio popolo, ed intendo tutto il suo popolo. Perciò, l'essenza dell'umanità di una persona può essere protetta e preservata sono laddove il governo deve rispondere, non solo alla ricchezza; non solo a quelli di un particolare religione, non solo a quelli di una particolare razza; ma a tutto il popolo.

Ed anche un governo con il pieno consenso popolare, come nella nostra costituzione, deve essere limitato nella suo potere di agire contro il suo popolo: cosi' che non ci dovrebbe essere interferenza con il diritto di fede, ma anche non interferenza con la sicurezza personale; nessuna imposizione arbitraria di pene o punizioni contro cittadini ordinari da parte di alti ufficiali o da parte della legge; nessuna restrizione sulla libertà delle persone di cercare (un'adeguata) educazione od (un adeguato) lavoro o (un'adeguata) opportunità di ogni tipo, cosi' che ognuno possa realizzare qualunque cosa sia in grado di fare.

Ci sono diritti sacri della società occidentale. Questi erano enormemente differenti fra noi e la Germania nazista cosi' come fra Atene e la Persia.

Questi oggi sono l'essenza delle nostre differenze con il comunismo. Mi sono fermamente opposto al comunismo perché esalta lo stato sopra l'individuo e sopra la famiglia, e perché il suo sistema contiene un mancanza di libertà di pensiero, di protesta, di religione, e di stampa, che sono caratteristiche tipiche di un regime totalitario. La maniera di opporsi al comunismo e' tuttavia non quella di imitare la sua dittatura, ma di estendere le libertà individuali. In ogni nazione ci sono persone che etichetterebbero come comunista chiunque voglia minacciare i loro privilegi. ma posso dirvi, cosi' come ho visto in tutte le parti del mondo, riformare vuol dire voler il comunismo. La negazione di libertà, in nome di qualunque cosa, può solo rafforzare il vero comunismo che sostiene di combattere.

Molte nazioni hanno stabilito le proprie definizioni e dichiarazioni di questi principi. E ci sono spesso state tragiche differenze fra promesse e risultati, fra teoria e realta'. Adesso i grandi ideali ci hanno constantemente richiamato ad i nostri compiti. E, con dolorante lentezza, noi, negli USA, abbiamo esteso ed allargato il significato e la pratica della liberta' a tutta la nostra gente.

Per due secoli, il mio paese ha combattuto per superare l'handicap, da noi stesso imposto, del pregiudizio e della discriminazione basato sulla nazionalita', sulla classe sociale, sulla razza, discriminazione profondamente repugnante rispetto alla teoria ed al fine della nostra Costituzione.
Anche all'epoca di mio padre, che crebbe in Boston, Massachusetts, le indicazioni dicevano per lui che era irlandese, non c'era bisogno di fare domanda di lavoro (nel senso che non volevano irlandesi)". Due generazioni dopo, il Presidente John Kennedy divenne il primo presidente irlandese, ed il primo cattolico, a guidare la nazione; ma quanti uomini capaci, prima del 1961, hanno visto negata la possibilità di contribuire al progresso della nazione dal momento che erano cattolici, o perché erano di origine irlandese? Quanti figli di Italiani o di Ebrei o di Polacchi dormirono in quartieri degradati, non istruiti, non educati, le loro potenzialità sono state perse per sempre per la nostra nazione e per la razza umana?Ancora oggi, quale prezzo pagheremo prima di poter assicurare piene opportunità ai milioni di negri statunitensi?
Negli ultimi cinque anni abbiamo fatto di piu' per assicurare l'uguaglianza ai nostri cittadini di origine Africana e per aiutare le persone private (di uguaglianza), sia bianchi che neri, piu' che negli ultimi cent'anni. Ma molto, molto di piu' resta da fare.
Ci sono tre milioni di neri inqualificati per i lavori piu' semplici, ci sono migliaia privati giornalmente della totalita' dei propri diritti civili al cospetto della legge; e la violenza dei diseredati, gli insultati ed offesi, si profila per le strade di Harlem e per quelle di Watts e di Chicago.

Ma (allo stesso tempo) un nero statunitense si addestra come astronauta, uno dei primi esploratori dello spazio, un altro e' capo degli avvocati del governo degli Stati Uniti, e dozzine siedono sui banchi del nostro parlamento, ed un altro, Dr. Martin Luther King, che e' il secondo uomo di origine Africana a vincere il premio Nobel per le sue campagne non violente al fine di ottenere giustizia sociale per tutte le razze.

Abbiamo fatto approvare leggi che proibiscono discriminazione nell'educazione, nell'assunzione, nell'affittare una casa; ma queste leggi da sole non possono superare l'eredita' di centinaia di anni di famiglie divise e di bambini rachitici, di poverta' e di degradazione e di pena.

Cosi' il cammino verso l'uguaglianza della liberta' non e' facile e ci saranno ancora da fare grandi sforzi ed affrontare grossi pericoli durante il cammino di tutti noi.

E piu' importante di tutto, tutto lo sfoggio della forza del governo e' stato dedicato all'obiettivo di uguaglianza prima della legge, cosi' ci stiamo adesso dedicando al raggiungimento di uguali opportunita' di fatto.

Dobbiamo riconoscere che la piena uguaglianza di tutte le persone, prima di Dio, prima dellalegge, e prima dei consigli del governo. Noi dobbiamo fare questo, no perche' e' economicamente vantaggioso, sebbene lo sia; non perche' la legge divina lo richiede, sebben lo faccia; non perche' persone di altri paese lo augurano. Noi dobbiamo farlo per la singola e fondamentale ragione che questa e' la cosa giusta da fare.

Riconosciamo che ci sono problemi ed ostacoli prima della piena attuazione di questi ideali negli USA cosi come riconosciamo che altre nazioni, in America Latina ed in Asia ed in Africa, hanno i propri problemi politici, economici, e sociali, come uniche barriere all'eliminazione delle ingiustizie.

In alcuni casi, c'e la preoccupazione che il cambiamento cancellera' i diritti della minoranza, particolarmente dove la minoranza e' di razza differente rispetto alla maggioranza.
Noi negli Stati Uniti crediamo nella protezione delle minoranze; noi riconosciamo che i contributi che possono dare e che il gruppo dirigente che possono esprimere; e che noi non crediamo che qualunque persona, sia che appartenga alla minoranza o alla maggioranza, o sia che sia un singolo individuo, sia "inutile" per cause teoriche o politiche. Noi riconosciamo anche che la giustizia fra uomini e nazioni e' imperfetta, e che l'umanità a volte progredisce davvero molto lentamente.

Non tutto si sviluppa allo stessa maniera ed allo stesso passo. Le nazioni, come gli uomini, marciano spesso al ritmo di diversi batteristi, e le precise soluzioni degli Stati Uniti non possono essere ne' dettate ne' tanto meno trapiantate ad altri, e questo non e' nei nostri intenti. Cio' che e' importante comunque e' che tutte le nazioni devono marciare verso un aumento delle libertà; verso l'ottenimento della giustizia per tutti; verso una società forte e flessibile abbastanza da incontrare la domanda delle propria popolazione, di qualunque razza, e la domanda di un mondo di immenso e sbalorditivo cambiamento che si trova davanti a tutti noi.

In poche ore, l'areo che mi ha portato qui in questo paese ha attraversato oceani e paesi che sono stati crogiolo della storia dell'umanità. In (pochi) minuti abbiamo tracciato le migrazioni di migliaia di uomini di migliaia di anni; in secondi abbiamo passato campi di battaglia dove milioni di uomini una volta hanno combattuto e sono morti. Potremmo non vedere le frontiere nazionali, non vedere i vasti golfi o le alte mura che dividono le popolazioni da altre popolazioni; solo la natura ed il lavoro degli uomini, case e fabbriche e fattorie, che da ogni parte riflettono lo sforzo comune dell'uomo di arricchire la propria vita.
Da ogni parte le nuove tecnologie e le comunicazioni portano gli uomini e le nazioni ad essere piu' vicini tra loro, le preoccupazioni di uno, inevitabilmente diventano le preoccupazioni di tutti.
E la nostra nuova vicinanza sta strappando via le false maschere, l'illusione di differenze che e' alla radice delle ingiustizie e alla radice dell'odio e della guerra. Solo un uomo incapace può ancora aggrapparsi alla buia ed avvelenante superstizione che il suo mondo e' delimitato dalla collina più vicina, il suo universo finisce alla rive del fiume, la sua comune umanità e' racchiusa nel suo stretto circolo di quelli che dividono con lui la sua città od i suoi pensieri od il colore della sua pelle.

E' il vostro lavoro, e' il compito delle persone giovani in questo mondo, di strappare le ultime rimanenze di quella antichita', crudele credenza dalla civilizzazione dell'uomo.

Ogni nazione ha ostacoli ed obiettivi differenti, plasmata dalle propria storia e dall'esperienza. Adesso che parlo con ragazzi di tutto il mondo sono impressionato non tanto dalla diversità ma dalla vicinanza dei loro obiettivi, dai loro desideri, e dalle loro preoccupazioni e dalla speranza per un futuro (migliore).
C'è discriminazione in New York, (c'è') l'ineguaglianza razziale della apartheid in Sud Africa, e c'è la schiavitù nelle montagne del Perù. Persone muoiono di fame nelle strade dell'India; un ex primo ministro e' sommariamente giustiziato in Congo; intellettuali sono in prigione in Russia; e migliaia vengono trucidati in Indonesia; la ricchezza e' riversata in ogni parte del mondo sugli armamenti. Ci sono differenti diavoli; ma sono i comuni lavori dell'uomo. Loro riflettono le imperfezioni della giustizia umana, l'inadeguatezza della compassione umana, la difettosità della nostra sensibilità verso le sofferenze dei nostri compagni; loro marcano il limite della nostra abilita' di usare la conoscenza per il bene comune dei nostri compagni in tutto il mondo. E perciò chiedono qualità comuni di coscienza ed indignazione, una condivisa determinazione a scacciare le sofferenze non necessarie dei nostri compagni a casa cosi' come in tutto il mondo.

Sono queste le qualità che fanno della nostra gioventù la sola vera comunità internazionale. Più che su questo credo che potremmo essere d'accordo su quale tipo di mondo vogliamo costruire (insieme). Sarebbe un mondo di nazioni indipendenti, muovendosi verso una comunità internazionale, ognuna delle quali rispetta e protegge i fondamentali diritti umani. Sarebbe un mondo dove ad ogni governo sarebbe richiesto di accettare la propria responsabilità al fine di assicurare la giustizia sociale. Sarebbe un mondo di un progresso economico costantemente in accelerazione, non un assistenza sociale materiale fine a stessa, ma piuttosto un mezzo per liberare le capacita' di ogni persona umana di poter conseguire i suoi talenti e di soddisfare le proprie speranze, Sarebbe, in breve, un mondo di cui tutti noi saremmo orgogliosi d'aver costruito.

Solo un po' a Nord di qui, ci sono terre di sfida e di opportunità, ricche di risorse naturali, di terra e minerali e di persone. Ma ci sono anche terre caratterizzate dalle piu' grandi disuguaglianze. da una sconvolgente ignoranza, da tensioni sociali e da lotte, e da grandi ostacoli dovuti al clima ed alla situazione geografica. Molte di queste nazioni, come colonie, furono oppresse e sfruttate. Ancora adesso non si sono allontanate dalle pesanti tradizioni occidentali; loro sono speranzosi e stanno scommettendo sul progresso e sulla loro stabilita' basandosi sulla possibilità che noi un giorno incontreremo le nostre responsabilità con loro, per aiutare a sconfiggere la loro povertà.

Nel mondo che ci piacerebbe costruire, il Sud Africa gioca un ruolo eccezionale e un ruolo guida nello sforzo (generale). Qui c'è la più grande parte di ricercatori scientifici d'Africa e di produzione dell'acciaio, la maggior parte delle scorte di carbone e di potenza elettrica. Molti sudafricani hanno realizzato significativi contributi allo sviluppo tecnico dell'Africa e del mondo scientifico; i nomi di alcuni sono conosciuti in ogni parte (del mondo) in cui qualcuno cerchi di eliminare le devastazioni di malattie tropicali e della pestilenza. Nelle nostre facoltà e consigli; qui fra questo pubblico, ci sono centinaia e migliaia di uomini e donne che potrebbero trasformare le vite di milioni per tutto il tempo a venire.
Ma l'aiuto e la guida del Sud Africa o degli Stati Uniti non può essere accettata se noi, all'interno del nostro paese o nelle relazioni con gli altri, neghiamo l'integrità individuale, la dignità umana, e il senso comune dell'umanità di un uomo. Se vorremmo guidare fuori dai nostri confini; se vorremmo aiutare coloro che hanno bisogno della nostra assistenza; se vorremmo incontrare le nostre responsabilita' per il genere umano; noi dobbiamo prima, tutti noi, demolire le barriere che la storia ha eretto fra uomini all'interno della nostra stessa nazione, barriere di razza e religione, di classe sociale ed ignoranza.

La nostra risposta e' la speranza del mondo; e' il fare affidamento sui giovani. Le crudeltà e gli ostacoli di questo pianeta che cambia cosi' velocemente non porteranno a dogmi obsoleti e slogan desueti. Non può essere mosso da quelli che si aggrappano al presente che e' già moribondo, che preferisce l'illusione della sicurezza all'eccitamento e al pericolo che arriva anche con il più possibile pacifico progresso. Questo mondo chiede le qualità dei giovani: non una parte della vita, ma uno stato mentale, un temperamento della volontà, una qualità dell'immaginazione, una predominanza del coraggio sulla timidezza; dell'appetito per l'avventura sulla vita della tranquillità, un uomo come il rettore di questa università. E' un mondo rivoluzionario quello che viviamo, e perciò, cosi' come ho detto in America Latina e Asia e in Europa e nel mio paese, gli Stati Uniti, e' la gioventù che deve prendere il comando. Di conseguenza voi ed i vostri giovani compatrioti, in ogni parte della terra, avete avuto la spinta sopra di voi per carico di responsabilità più grande di ogni altra generazione fino ad adesso.

C'è, disse un filosofo italiano, niente di più difficile da prendere in mano, di più pericoloso da condurre, o di più incerto del tuo successo che il prendere la guida al fine di introdurre un nuovo ordine di cose. Adesso questo e' la dimensione del vostro compito e il cammino e' sparso di molti pericoli.

Il primo pericolo e' la futilità; il credere che ci sia niente che un uomo o una donna possa fare contro l'enorme quantità di mali del mondo, contro la miseria, contro l'ignoranza, o contro l'ingiustizia o la violenza. Tutt'oggi i più grandi movimenti su scala mondiale, sia di pensiero che d'azione, sono scaturiti dal lavoro di una singola persona. Un giovane monaco comincio' la riforma protestante, un giovane generale estese il proprio impero dalla Macedonia fino alla fine delle terre conosciute, ed una giovane donna rivendico' i territori francesi. Fu un giovane esploratore italiano che scopri' il nuovo mondo, e un 32-enne Thomas Jefferson che proclamo' che tutti gli uomini sono creati uguali. Datemi solo un punto d'appoggio, disse Archimede, e vi solleverò il mondo,
Questi uomini mossero il mondo, e cosi' possiamo fare tutti noi. Pochi avranno la grandezza di cambiare la storia; ma ognuno di voi può lavorare per cambiare una piccola porzione degli eventi, e nell'insieme di tutti questi atti ci sarà scritta la storia della nazione. Migliaia di corpi di pace stanno facendo la differenza in villaggi isolati e nelle periferie degradate di dozzine di nazioni. Migliaia di uomini e donne sconosciuti resistettero all'occupazione nazista in Europa e molti di loro morirono, ma tutti aggiunsero qualcosa alla forza ed alla libertà dei propri paesi. E dall'incalcolabile diversità di atti di coraggio come questi, che la credenza della storia umana e' stata plasmata. Ogni volta che un uomo supporta un ideale, o agisce al fine di migliorare la moltitudine degli altri, o da una spallata contro l'ingiustizia, lui trasmette una sottile onda di speranza, e intersecandoci da diversi centri di energia ed rischiando queste onde costruiranno una corrente che spazzerà via le potentissime mura dell'oppressione e della resistenza.

"Se Atene ti dovesse apparire grande", disse Pericle, "considera che la sua gloria e' stata guadagnata da uomini valorosi, e da uomini che appresero i propri doveri". Questa e' la forza della grandezza in tutte le società, e questa e' la chiave per progredire ai giorni nostri.

Il secondo pericolo e' quello dell'opportunismo di quelli che dicono che speranze e credenze devono volgere prima delle necessita' immediate. Naturalmente, se dobbiamo agire efficacemente dobbiamo trattare con il mondo cosi' come e'. Dobbiamo realizzare le cose. Ma se c'è' una cosa su cui il Presidente Kennedy aveva preso una posizione, una cosa che tocco' i sentimenti delle persone piu' giovani attraverso tutto il mondo, era la credenza nell'idealismo, alta aspirazione e profonda convinzione non sono incompatibili con i programmi piu' pratici ed efficienti, che non c'e' separazione fra i desideri piu' profondi del nostro cuore e della nostra mente e la razionale applicazione dello sforzo umano ai problemi umani. Non e' realistico o e' da cocciuti risolvere i problemi e prendere azioni senza la guida di una scopo e valori morali finali, sebbene noi tutti sappiamo che qualcuno sostiene che e' proprio cosi' (corretto). Secondo me, e' scosideratamente folle. Per questo, si ignora le realta' della fede umana e della passione e delle fede; forze che sono in ultima istanza ben piu' forti di tutti i calcoli dei nostri economisti o dei nostri generali. Naturalmente per aderire a standard, all'idealismo, alla visione in faccia ad immediati pericoli si ha bisogno di grande coraggio e fiducia in se stessi. Ma noi stessi sappiamo anche che solo quelli che osano di sbagliare enormemente possono poi raggiungere risultati straordinari.
E' questo idealismo che e' anche, almeno io credo, l'eredita' comune di una generazione che ha imparato che mentre l'efficienza puo' portare ad Auschwitz, o alla strade di Budapest, solo gli ideali di umanita' ed amore posso scalare le colline dell'Acropoli.

Un terzo pericolo e' la timidezza. Pochi uomini hanno la forza di affrontare la disapprovazione dei propri uomini, la censura dei propri colleghi, la rabbia della societa'. Il coraggio morale e' una merce piu' rara che il coraggio in una battaglia o la grande intelligenza. Adesso e' quel qualcosa di essenziale, quella qualita' vitale per coloro che cercano di cambiare il mondo, e che porta a cambiare per la maggiore dolorosamente. Aristotele ci dice che "ai giochi olimpici non e' l'uomo piu' eccellente o piu' forte che viene incoronato, ma quelli che entrano nelle liste....Cosi' anche nella vita degli onorabili e dei buoni, sono quelli che agiscono bene che vincono il premio. Credo che in questa generazione che quelli con il coraggio per entrare nel conflitto saranno circondati da compagni in ogni parte del mondo.
Per i fortunati attorno a noi, il quarto pericolo e' l'agiatezza; la tentazione di seguire il facile e famigliare cammino dell'ambizione personale e del successo economico cosi' ampiamente diffuso fra quelli che hanno il privilegio di un educazione. Ma questa non e' la strada che la storia ha segnato per noi. C'e' una maledizione cinese che dice: "Che possa vivere in tempi interessanti". Che ci piaccia o no, noi viviamo in tempio interessanti. Sono tempi di pericolo e di incertezza; ma sono anche i tempi piu' creativi di tutta la storia dell'umanita'. E ognuno sara' alla fine giudicato, sara' giudicato se stesso, sullo sforzo con cui ha contribuito a costruire un nuovo mondo in questa societa' e sulla qualita' e quantita' con i quali i suoi ideali ed obiettivi hanno dato forma a questo sforzo.
So cosi' ci lasciamo, io (torno) al mio paese e voi rimanete qui. Noi siamo, se un quarantenne (come me) puo' avere questo privilegio, membri della piu' giovane generazione. Ognuno di noi ha il suo proprio lavoro da fare. Lo so che ci sono momenti in cui vi dovete sentire davvero soli con i vostri problemi e soli con le vostre difficolta'. Ma voglio dirvi quanto impressionato sono per quello che cercate di raggiungere e per lo sforzo che state facendo, e lo dico, questo (pensiero) non vale solo per me, ma per tutte le donne e gli uomini di questo mondo. E spero che voi possiate spesso prendere giovamento dalla conoscenza che voi vi state unendo con i vostri compagni in ogni paese del mondo, loro lottano con i propri problemi e voi con i vostri, ma siete tutti uniti da un unico fine; che, come i giovani ragazzi del mio paese, cosi' come i ragazzi di tutti i paese che ho visitato, tutti voi siete molto piu' uniti con i fratelli della vostra generazione che ogni altra precedente (generazione); voi siete determinati a costruire un futuro migliore. Il Presidente Kennedy stava parlando ai giovani degli Stati Uniti, ma oltre che a loro a tutti i giovani del mondo, quando disse "L'energia, la fede, la devozione la quale noi portiamo per questo sforzo illuminera' il nostro paese e tutti quelli che lo serviranno, ed il bagliore di quel fuoco puo' illuminare totalmente il mondo".

Ed aggiunse, "Con una buona coscienza la nostra sola sicura ricompensa, con la storia come giudice finale delle nostre azioni, andiamo avanti e guidiamo il paese che amiamo, chiedendo la sua benedizione ed il suo aiuto, ma sapendo che qui su questa terra, il lavoro di Dio deve essere totalmente il nostro lavoro".
Vi ringrazio.

9 July 2008

Does Wikisource respect the Wiki Idea?

Dear Readers,

One of the first post of this blog was the translation of "Mindless Menace of Violence", a famous and moving speech given by Sen. Robert Kennedy. This translation was planned as the first of a series of translation from English to Italian of the most famous and important speeches of former US President John Kennedy and his younger brother Sen. Robert Kennedy.

I thought that such a translation could have been somehow useful (although no perfect) to Italian readers who are not familiar with English yet. Therefore I decided to create (in order to enlarge the audience.) a new page in Wikisource, since Wikipedia was not the most suitable platform for pure speeches.

In the Italian section of Wikisource, I immediately noticed the presence of several speeches given by the shameful Italian Prime Minister Silvio Berlusconi.
Consequently, I thought that if there was space for him, there must be space for Sen. Robert Kennedy too! But unfortunately, the group maintaining Wikisource did not agree with that...
As a direct consequence, my translation have been not accepted, and one of the justifications is that I am not an official English translator...
In other words it means that a translation can be accepted by Wikisource only if it is provided by some official sources (of course only if the performing rights are already lapsed) or by some professional translators willing to translate something for free (I challenge them to find any!) .

This mind-set is, in my opinion, totally absurd, since it is pratically impossible to get any official translation of any speech given by some contemporary leaders at the conditions mentioned above. In other words, Wikisource is somehow depriving us of some important information and acting in this way is condemned to contain only obsolete speeches to whom nobody is interested in!

Another reason behind the rejection of my translation was that my English could be not professional enough (note: a statement done without having read the translated text).
That is obvious and it was not in my plan to prove to have a proficiency level!
But I also know that the Wiki idea is to contribute to the writing phase of an article as much (and as good) as you can. Afterwards someone else will fix your imperfections and the process will converge after few iterations!
I heard from someone that the Wiki idea of contributions is dangerous, since it can lead to deliberately modified versions/translations. Of course, this can happen, but it is a risk that is worth to be taken, because someone can deliberately modify a text, but the same text will be later on correct by the world community. Who still believes that this represents a danger is probably someone who has a narrow mindset and who does not trust the freedom of the internet community.

Any way, I cannot force a group of blind persons to suddenly become sighted and I honestly do not care about that. From my side, I will continue to translate and post here speeches given by important contemporary leaders.

For obvious reasons I cannot translate the speeches in all the most important spoken languages (i.e. Spanish, French, German, Chinese, Arabian and Russian). Therefore, if anyone of you is willing to translate any of the speeches I published or totally new ones, please let me know. I will publish them straightforward!
All the best!
Antonio

6 July 2008

Americans or US people to indicate the US citizens?

Dear Readers,

just a remark for who is reading and commenting this blog: Please, try to keep in mind that the word "Americans" does not indicate the people living in USA.
America is a continent going from Alaska to Chile and consisting of 35 different and independent countries (although someone in north America does not agree with that).

Therefore, in this blog American can be anyone living in this continent and it does not matter whether he comes from Chile, Venezuela or USA.

You might point me out that there is not any other denomination for people living in USA. Well, this is not our problem. They can invent a name to indicate themselves, and if they do not want, we can ask some citizen of south America to help them!

Furthermore, the use of the word American for people living only in the USA is offensive towards the different nations in central and south America that suffered the USA colonization and domination between the twenties and the end of the last century (see the last two sections of the 2nd part of: Open Veins of Latin America, E. Galeano).
I hope that every one agrees with that!

I wish you all the best!
Antonio

5 July 2008

Pompeii, shame of Italy

Dear Readers,

On the most popular Italian new papers, at least on the on-line version, the following news has not been adequately reported. Hereafter I post a reportage realized by BBC about the current status of the archaeological area of the old roman city of Pompeii.
Click here to watch the reportage.

Pompeii lies in a state of total abandonment and the news has been finally broadcast all over the world.
But what happens right now so special, in Pompeii?? Nothing! Absolutely nothing!
Pompeii has always been in such ignoble conditions since nothing serious has been proposed along the last 50 years to protect and preserve one of the most important world wide heritage.
Nevertheless, the BBC reportage is worth to be watched, since it, at least, spreads the news out of the Italian borders and makes the entire world aware of it!

I was born in Salerno, a city about 40km south from Pompeii.
Since I was a child, my father and grand father taught me about the beauty of archeology, and since I used to spend my holidays in Salerno, I had the opportunity to visit Pompeii and Herculaneum several times.

The last visit goes back to the summer of 1986. At this point in time I started to notice that there were clear signs of degradation and abandonment. My eyes can still remember that in almost all the Roman houses there were graffiti about everything: from the declaration of love between lovers until the support of some football club. In Pompeii you could really find everything, except protection and preservation of the monument. Since than, in order to avoid feeling sad about Pompeii, I decided not to visit it any more.

Pompeii is something unique, as many other monuments of Italy. And as many other places or heritages of our glorious past, is not preserved and enhanced in order teach our children about our history.

This particular relationship with cultural heritage is very common in Italy. Perhaps we have too many monuments and we do not realize their importance; perhaps we are lazy and we do not want to do anything to protect them; perhaps we are so disorganized and these are the consequences.
No matter what is the cause! What matter is that Italy is not allowed to destroy his history, since it represents one of the most important part of the western history.

To change the current situation is obviously not effortless, in particular referring to the current modern Italian society, where everything counts, except what should really counts.

The national government, the local government, and the people living in that area, instead of acting to modify the current status, instead of working all together to recover the lost time, instead of planning and basing their future on the preservation of a heritage that can also represent a enormous source of incoming, instead of all these possible approaches, their solution is to do nothing!

I thought several time how we could preserve and protect our monuments, and in particular these kind of places. I believe that one possibility to save Pompeii, Herculaneum and the other archaeological areas existing in Italy is to make them profitable for the local inhabitants. If the local economy was based on the archaeological excavations, Pompeii would be preserved forever by the local people, without any help, advice or suggestion from the national government!

To realize it, we must create, around the old roman city, a network capable to welcome and inform the tourist visiting Pompeii at the same level of any other famous place. If we can make that, we will probably dramatically improve the current status!

At the moment, there is almost no organization: The touristic point are something still rare, the information in English are almost always unavailable, and a guided tour in English is just impossible to get.

If the archaeological area of Pompeii does not generate any profit, it makes it something useless to the eyes of the people leaving in the near area. I can bet that I can find someone right now in Pompeii still wondering why instead of preserving this old, useless houses, we do not build some casino or houses for the inhabitants.

Of course, this approach is valid for any other abandoned or degraded monument. A wide use of it would allow to make profitable any place, and more important will let our children to fully enjoy our wonderful cultural heritage.

Waiting for your comments, I wish you all the best!
Antonio

3 July 2008

Welcome to my blog!!

Dear Readers,

welcome to my blog!
To be honest, until some month ago I never thought about the idea to create and maintain a personal blog, but later on, also following the advices of my girlfriend Fang Fang, I understood that it made sense to share my thoughts with everybody somewhere in Internet, instead of leaving them in some email, that surely, will be, one day, lost.

Although my blog starts up with some posts related to political-historical facts, it will deal with everything can be called "knowledge" either scientific or political or historical or social knowledge.
The idea is simple: I would like to provide a small (a very small!) contribute to the spreading of the few things I learnt up to now.
Therefore, here you will find posts about translation of famous or infamous speeches (for example see the one gave by Sen. Robert Kennedy), posts about very curious news (not always easy to watch on the TV channels), tutorial about programming, etc. etc.
In other words, you will find (I hope!) something interesting!

Before I terminate the welcome post, I would like to thank you in advance for all the suggestions, advices, ideas etc. that you will send me! Thanks!

I wish you all the best, and I hope that this idea is somehow useful, and that at least this blog will help to keep the contacts with many of you.

Antonio

1 July 2008

Discorso - L'insensata minaccia della violenza di Robert Kennedy

Questo e' un momento vergognoso e triste. Non e' un momento per la politica.


Mi sono risparmiato questa occasione di parlarvi brevemente a proposito della insensata minaccia di violenza negli USA che ancora macchia il nostro paese e le nostre esistenze.

Non e' solo una questione di razza. Le vittime della violenza sono bianche e nere, ricche e povere, giovani ed anziani, famosi e sconosciuti. Ma piu' importante di tutto, sono esseri umani, che sono amati e necessari per altri esseri umani. Nessuno - non ha importanza dove viva o che cosa faccia - puo' essere certo su chi soffrira' del prossimo insensato spargimento di sangue. E questo andra' purtroppo avanti.


Perche'? Che cosa mai riuscita a realizzare la violenza? Che cosa ha mai creato? Nessuna causa portata avanti da martiri e' mai stata fatta tacere dal colpo di un assassino.


Nessuna cosa sbagliata e' mai stata corretta da rivolte o disordini civili. Un cecchino e' solo un codardo, non un eroe; ed un incontrollabile folla e' solo la voce della pazzia, non la voce della gente.


Ovunque la vita di uno statunitense e' presa non necessariamente da parte di un altro statunitense, anche se e' fatto in nome della legge od in nome della sprezzo alla legge, da un uomo o una banda, a sangue freddo o con passione, in un attacco di violenza o in risposta ad altra violenza,

ogni volta che strappiamo la vita di una persona che con fatica ha lavorato per se stesso e per i suoi figli, l'intera nazione soffre un enorme degrado.


"Solo fra uomini liberi", disse un giorno Abraham Lincoln, “non ci puo' essere nessuna attazione per il voto della pallattola; e quelli che avranno questo tipo di attrazione saranno sicure di perdere la loro causa e di pagare il giusto prezzo".

Adesso tolleriamo apparentemente un crescente livello di violenza che ignora il nostro comune senso di umanita' e le nostre richieste di un qualcosa simile alla civilta'. Accettiamo senza problemi che i giornali riportino un suicidio se lontano dal nostro posto. Esaltiamo film pieni di assassini sugli schermi televisivi e lo chiamiamo intrattenimento. Rendiamo semplice l'acquisto di armi e munizioni a tutte le persone di qualunque livello di sanita' (mentale).


Troppo spesso onoriamo spacconate e millanteria e il violento esercizio della forza; troppo spesso scusiamo chi vuole costruire le proprie vite attraverso la distruzione dei sogni degli altri. Alcuni statunitensi, che predicano la non violenza in terra straniera non la praticano invece qui a casa loro. Alcuni che accusano gli altri di incitare a rivolte, hanno loro stessi invitato a rivoltarsi.

Alcuni cercano solo un capro espiatorio, altri cercano solo cospirazioni, ma questo e' fin troppo chiaro; la violenza genera altra violenza, la repressione porta alla ritorsione, e solo un cambiamento vero della nostra societa' puo' portare a rimuovere (per sempre) questa malattia dalla nostra anima.

Oltre a questo, c'e' un altro tipo di violenza, che agisce si piu' lentamente, ma implacabilmente, distruttivo come uno sparo o una bomba esplosa durante la notte. Questa e' la violenza delle istituzioni; indifferenza e non-azione, che portano ad una lenta decadenza. Questa e' la violenza che affligge i poveri, che avvelena le relazioni fra gli uomini solo per via del differente colore della pelle.

Questa e' una distruzione lenta di un bambino per via della fame, delle scuole senza libri, e delle case senza riscaldamento in inverno. Questo e' l'annientamento dell'anima di un uomo, negandogli la possibilita' di essere padre e uomo in mezzo agli uomini.


Ed anche questo che affligge tutti noi. Non sono venuto qui a proporre un insieme di specifici rimedi e non c'e' un solo insieme di rimedi da attuare. ma noi conosciamo quello che dobbiamo fare per migliorare il nostro futuro.

"Quando insegni ad un uomo ad odiare ed a temere il suo fratello, quando gli insegni che e' meno uomo a causa del proprio colore o credo (religioso) o a causa delle idee che cerca di realizzare, quando insegni che quelli diversi da te rappresentano una minaccia alla tua liberta' od al tuo lavoro od alla tua famiglia, allora si che anche tu comincerai a vedere negli altri, non piu' normali concittadini, ma nemici, da incontrare non al fine di cooperare ma al fine di conquistare, al fine di soggiogarli e dominarli.

Noi impariamo, alla fine, a vedere i nostri fratelli come alieni, uomini con i quali condividiamo una citta', ma non una comunita'. Abbiamo un solo desiderio di scappare l'uno dall'altro, un solo comune impulso a trattare ogni disaccordo con la forza. Per tutte queste cose, non ci sono risposte definitive.


Adesso, sappiamo che cosa dobbiamo fare. Dobbiamo raggiungere la vera giustizia fra i nostri cari concittadini. La domanda ora e' quale programma dobbiamo seguire al fine di attuarla. La domanda e' se possiamo trovare in mezzo a noi e nei nostri cuori la direzione dei propositi della razza umana che riconosceranno le terribili verita' della nostra esistenza.


Dobbiamo ammettere la vanita' delle false distinzioni fra uomini ed imparare a trovare il nostro proprio cammino nella ricerca di un avanzamento generale della societa'. Dobbiamo ammettere che il futuro dei nostri bambini non puo' essere costruito sulle sfortune degli altri. Dobbiamo riconoscere che questa breve vita non puo' essere resa degna od arricchita dalla (generazione) di odio e sete di vendetta. Le nostre vite su questo pianeta sono troppo corte ed il lavoro da fare e' enorme per lasciare che questo stato d'animo fiorisca ancor di piu'. Naturalmente, non possiamo cancellarlo con un programma, neppure con una risoluzione.

Ma possiamo forse ricordare, anche se solo per un momento, che quelli che vivono con noi sono nostri fratelli, che dividono con noi lo stesso breve momento di vita, che cercano, come noi, niente piu' che la possibilita' di vivere secondo certi propositi e in pace, cercando di raggiungere un certo livello di soddisfazione e di realizzazione personale. Certamente questo legame di destino comune, questo legame di un obbiettivo comune, puo' cominciare ad insegnarci qualche cosa. Certamente possiamo imparare, almeno, a vedere le persone che ci circondano come concittadini, e certamente possiamo cominciare a lavorare un po' piu' consistemente per fasciare le nostre ferite per diventare nei nostri cuori: fratelli e connazionali ancora una volta.